"Tutta la mitologia è un mondo di prodigi. Gli dei e gli eroi sono creature superiori all'umano. Vivono avventure, compiono imprese straordinarie. Sono dotate di poteri magici e hanno la capacità di fare miracoli. I greci però hanno immaginato creature ancora più favolose di Zeus o di Eracle. Esseri bizzarri che non abitano sull'Olimpo ma non appartengono neppure alla stirpe degli eroi."
Il professore Ieranò ci dice che negli interstizi più nascosti e bui stanno annidati ogni genere di mostri e di bizzarri esseri. Vivono in dimensioni parallele, lontani da noi mortali. A volte, tuttavia, può accadere che si manifestino, portando scompiglio e stupore nelle nostre vite. Per chi si immagina l'antica Grecia come la patria del logos e della sola ragione, sarà costretto a ricredersi. Perchè nella mitologia greca, nella religione antica, ogni angolo è abitato da essere misteriosi, mostruosi e prodigiosi. Tutti gli alberi, tutte le fonti d'acqua cristallina, tutti i boschi sono pattugliati da esseri fantastici. Dalle profondità del vasto mare, fino alle nuvole. Addirittura in mezzo ai crocicchi delle strade abitano queste presenze.
Le creature fantasticate dagli antichi si collocavano a metà strada tra il mito e la favola, arricchendo e costruendo il loro folklore. Sono indispensabili per definire l'identità culturale e la tradizione dell'antica Grecia. E sono fondamentali per conoscere tutto il retaggio del mostruoso che popola ancora oggi i nostri incubi.
I vampiri, i lupi mannari, i fantasmi che infestano le case ci sono stati tramandati da questi miti. A volte abbiamo la presunzione di immaginarci, noi moderni, come innovatori. Basterebbe leggere qualche pagina che ci è stata tramandata dai nostri progenitori, per renderci conto, forse con un poco di imbarazzo, che in fin dei conti, di così innovativo e originale c'è ben poco. Già nell'antica Grecia ci si immaginava di sondare i fondali marini con batiscafi, oppure di conoscere i misteri del cosmo, arrivando persino sulla luna, o guerreggiare per conquistare Venere. Vogliamo forse citare Luciano che nella sua Storia vera ci narra le vicende di conquista del cielo e di guerre stellari che videro impegnati gli abitanti della Luna, guidati dal valoroso Endimione (il nome vi ricorda qualcosa?), che combatterono contro il popolo del Sole per la conquista del pianeta Venere. Tra gli alleati vale la pena citare il corpo di spedizione inviato da Sirio, ovvero i guerrieri Cazzidicane. Se vi state chiedendo il perchè di questo nome è presto detto: si trattava di uomini con muso di cane che combattevano cavalcando cazzi alati.
Ma questo è solo un assaggio satirico di quelle che potevano essere le moltitudini di mostri che affollavano l'immaginario greco, e che in un certo modo conferivano forma e sostanza alle loro paure.
Ci sono le sfingi, le chimere e le gorgoni. Hanno origini comuni, essendo nate tutte dalla terribile Echidna, un essere prodigioso metà donna e metà serpente. Per essere precisi, Echidna non è la madre solamente di queste tre creature, ma la madre di tutti i mostri. Sembra quasi che lei sia l'origine del mostruoso per quello che è, essendo lei stessa mostruosa e terrificante.
Ci sono i centauri, selvaggi e violenti, e i satiri, ingordi e viziosi, onnipresenti perchè diventeranno gli ospiti fissi e i più fedeli accompagnatori dei cortei del dio Pan e di Dioniso.
Ci sono le meravigliose Ninfe, presenze necessarie di ogni luogo ed elemento naturale. Volubili, potenti. Possono essere benevole o oltremodo nocive, e si può dire che da loro scaturisce la figura che nel nostro immaginario diventerà il personaggio della fata o della malefica.
Difficile è anche citare tutti i mostri che popolano il mare, da Scilla, che le tradizioni riferiscono con forme e malvagità differenti, che da bellissima ninfa venne trasformata in mostro niente meno che dalla maga Circe (per gelosia, si dice) fino a Carridi che di forma non ne ha nessuna. Si tratta semplicemente e terribilmente di una voragine spalancata nel vuoto, che risucchia tutto quello che le gravita intorno.
E' poi possibile dimenticare le sirene? Quelle meravigliose e suadenti creature metà donne e metà pesce? Certo che no, eppure dobbiamo rivedere un pò la loro rappresentazione. Secondo gli antichi erano sì delle donne, ma per metà uccelli, e solo successivamente sono diventate bellissime donne con fluenti code ricoperte di squame. Si pensava addirittura che appartenessero alla dimensione degli Inferi e che fossero le ancelle di Persefone, la signora e regina dell'Ade. Poi, le ricordiamo anche per il famoso incontro che ebbero con l'eroe-ciarlatano Ulisse, e dello stratagemma che adottò per non venire rapito dal loro canto ammaliante (e anche in questa storia c'è lo zampino della maga Circe).
Dato che l'abbiamo citato, non possiamo non riferire di tutte le creature mostruose che abitano nell'Ade.
Del resto sembra il luogo perfetto per ospitare queste creature, no?
Ci sono le chere e le arpie e le erinni, tutte sanguinarie e tremende. Ci sono le Moire, anche se il loro status non può essere identificato completamente e totalmente con quello del mostruoso. Semplicemente loro hanno in se tutti gli aspetti degli esseri del creato, e anche oltre, considerato il loro ruolo nel gioco del destino.
Ieranò cita a questo punto anche Ecate, ma onestamente io non mi vedo d'accordo nel volerla collocare in questo contesto. Anche se probabilmente è estremamente mostruosa, Ecate è una divinità a tutti gli effetti, estremamente potente e venerata, persino da Zeus. Possiamo pensare che Ieranò l'abbia voluta citare come prima maga e strega, e che necessariamente a lei possano essere ricondotte alcune figure mostruose, ma non come mostro essa stessa.
Abbiamo, sempre nelle schiere delle tenebre, da citare i vampiri, che tuttavia erano conosciuti con diversi appellativi, e molto più frequentemente citati come essere femminili: lamia, empousa e mormolykia. Queste, nel corso dei secoli e delle narrazioni sono diventate le perfette rappresentazioni dei terrori infantili e gli spauracchi utilizzati dalle balie e dalle madri per rimettere in riga la prole.
E infine, non possiamo citare i due capitoli finali che ci raccontano con dovizia di particolari quelle che sono state le credenze antiche sulle streghe e le fattucchiere (argomento che ultimamente sento molto vicino a me, e a tal proposito vi consiglio di ascoltare un bellissimo podcast sponsorizzato Storytel e scritto e letto da Giulia Paganelli che si chiama Herbariae, streghe dell'anima mia) e i miracoli. Anche qui, possiamo immaginarci campioni di fede, e per alcuni di credulità, nel registrare tutta una serie di miracoli e prodigi legati alla manifestazione del sacro. Ebbene, anche in questo caso occorre ricredersi. I greci ci avevano già pensato. Quindi largo agli esorcismi, la preveggenza e le profezie, a statue che piangono sangue e a guarigioni miracolose.
Che altro potrei aggiungere dopo questa vorticosa carrellata di esseri prodigiosi e fantastici, se non che il professor Ieranò è abilissimo narratore delle cose antiche, capace di catturare la nostra attenzione intessendo trame ricche di particolari e di piccole gemme, regalandoci aneddoti ghiotti perchè non scontati e non banali, ma soprattutto che non sono così conosciuti. Non si ferma - come già altre volte mi è capitato di constatare, non si accontenta della versione più nota e tradizionale, ci offre molto di più, spronandoci ad approfondire, senza timori.
Demoni, mostri e prodigi.
L'irrazionale e il fantastico nel mondo greco | Giorgio Ieranò
Marsilio ✴︎ Universale economica Feltrinelli
Anno 2021
158 pag., copertina morbida
Da citare anche l'audiolibro, letto divinamente da Matteo Alì
Nicole | Moony Reader
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