"Dove loro vedevano una strega, che fosse una donna senza marito, una signora con ricchi terreni, una semplice vecchia che si cura i mali con l'ortica, a volte perfino soltanto una bambina perspicace io ho sempre e solo visto mie simili, alleate, amiche. Sono stata strega anche io.
Eravamo considerate sbagliate. Io voglio essere come te."
Irene Marchesini (testi) e Carlotta Dicataldo (disegni) mi hanno regalato uno dei fumetti più belli che abbia mai letto.
Rebis, edito da Bao Publishing, è un volume curatissimo. Con una bella copertina rigida impreziosita da belle greche, il ritratto del nostro protagonista, e tanti carucci bagarozzi, il fumetto contiene 176 pagine di estrema tenerezza, disperazione, riscoperta di sé e tanto potere.
Martino ha avuto la sfortuna di nascere albino in un borgo abitato da parecchie persone scaramantiche e fanatiche. Il giorno della sua nascita vengono bruciate sul rogo due giovani: Beldie e Viviana. Mentre Viviana cerca di fare forza a Baldie per affrontare il terribile momento, gli uomini intorno al falò, dalla parte sicura della società , assistono all'omicidio - perché solo di questo si tratta - con gaiezza, contenti nella loro tracotanza, soddisfatti e convinti di aver fatto il giusto, di aver eseguito il lavoro di Dio, come lo chiamano loro. Non mettono in dubbio, neanche solo per un istante che le ragazze che stanno bruciando sul fuoco, molto presumibilmente come streghe, non hanno alcuno dei poteri che probabilmente hanno attribuito loro.
Ben presto l'odio e la cattiveria degli abitanti del borgo si rivolgeranno nei confronti del bambino. Il padre verrà spinto più e più volte a prendere una decisione e a risolvere la faccenda, perché secondo loro è a causa della sua diversità e stranezza che i campi gelano fuori stagione, le vacche non danno più latte e addirittura le volpi entrano nei pollai. Il padre non è poi troppo combattuto, lui stesso sa che quel figlio è troppo diverso per poterlo accettare e amare e senza troppe insistenze si convince a risolvere la situazione. Così non la pensano le sorelle di Martino. Maria e Lena, che invece lo amano teneramente, come solo i fratelli e le sorelle sanno fare. Ma questo non basta, purtroppo.
Il piccolo subisce ogni tipo di angheria, e durante un inseguimento, al quale partecipa anche Arturo, suo fratello maggiore, perde le sue amate larve, i suoi tesori, albini come lui. Ma la disavventura si trasformerà ben presto in una rivelazione preziosa. Un momento estremamente importante per il suo destino. Finisce infatti vicino alla capanna di una donna. Sembra l'antro di una strega del bosco, un luogo sospeso dove la quotidianità della vita del villaggio non riesce a estendere i suoi tentacoli maledetti. Martino però è fortemente spaventato da quella visione, ma soprattutto dalla donna che sembra abitare quell'antro, e così terrorizzato scappa. È giusto che sia così. Non sempre siamo in grado di riconoscere le cose benefiche per noi e la nostra anima semplicemente con una singola occhiata.
Martino torna dunque a casa, ma lo aspetta una brutta sorpresa. Ha perso la sacca in cui era riuscito a nascondere l'unica larva che era riuscito a salvare.
Ma non tutto è perduto e il piccolo, guidato da un bel coniglietto, verrà riportato davanti alla capanna della donna del bosco, e lì con grande felicità si accorgerà che la sua larva non è andata perduta, ma è stata salvata e messa al sicuro. Martino capisce bene che se quella donna è stata gentile con un piccolo e insignificante insetto, non può essere cattiva e malvagia come appare. Quindi decide di farsi avanti.
Nonostante i tentativi della donna di rimanere indifferente a Martino, questo piccolo scricciolo riuscirà a scavare un piccolo passaggio nella sua scorza dura, e d'altro canto il bambino si renderà conto che la donna è solo bizzarra ai suoi occhi, ma disponibile.
Passano i giorni, e la vita di Martino si divide tra le tristezze della sua casa paterna e la gioia delle cose nuove vissute nella casa nel bosco. Martino non ha più paura di lei e la va a trovare tutte le volte che può, portando con sé allegrezza e gioia. Martino è estremamente curioso e non la smette di fare domande, vuole sapere tutto.
Tuttavia, la sua gioia sta per essere bruscamente interrotta. Il padre è riuscito finalmente a trovare qualcuno che si prenda l'accollo di crescere questo bambino così diverso, così diabolico. Martino dovrà quindi lasciare la casa del padre, le sue sorelle e soprattutto la donna del bosco. La tristezza è tanta e la paura ancora più forte. Nonostante questi sentimenti così paralizzanti, Martino decide di avere coraggio e scappa, scappa nell'unico luogo che ritiene così sicuro da potergli concedere disponibilità .
E lo immaginiamo bene dove va a rifugiarsi: nella casa nel bosco. E' nel pollaio che Viviana (Viviana...dove abbiamo già sentito questo nome...) lo troverà la mattina dopo. Lei non si scompone più di molto, mantenendo il suo atteggiamento altero. Martino, nei giorni trascorsi insieme ha imparato quasi tutto, ed è con grata riconoscenza che ripaga la sua ospite della gentilezza che ha fatto nel decidere di tenerlo.
I due sono destinati a stare insieme e ad aiutarsi, Viviana racconta a Martino la sua storia, di come sia scampata al rogo che le aveva strappato la sua Baldie e di come il bosco le avesse dato rifugio.
Passano gli anni, Martino cresce, guidato dalle cure e dagli insegnamenti di Viviana, impara tutto quello che c'è da imparare vivendo in un bosco e molto presto, la magia di quel luogo lo premierà : riuscirà infatti a incontrarsi nuovamente con le sue amate sorelle, che non hanno mai pensato a lui come perduta, sperando sempre di poterlo riabbracciare un giorno.
Passeranno molti momenti felici insieme, recuperando il tempo perduto.
Martino si dividerà tra gli affetti della sua famiglia di origine e quella nella quale è stato accolto.
Crescendo, tuttavia, inizierà a comprendere che la cattiveria che gli è stata rivolta è qualcosa di tipico di certi esseri umani. Sarà un giorno al mercato che si scontrerà con il pregiudizio e l'ignoranza, e toccherà a Viviana spiegargli cosa significa, per le donne, i diversi, gli Altri, essere bollati come streghe, figli del diavolo. Essere considerati sbagliati. Martino ascolta attentamente e sa già quale sarà la sua risposta a quella cattiveria, a quel modo di trattare gli altri. "Voglio essere come te", risponde a Viviana. Vuole essere diverso anche lui, come effettivamente è. Questa volta, pienamente consapevole. Da diverso, Martino sceglierà il suo nome, da quel momento in poi lui sarà Rebis.
Si dice, però, che la vera crescita per essere tale debba comportare una certa dose di sofferenza. Martino/Rebis lo scoprirà ancora una volta sulla sua pelle, attraverso i sentimenti della rabbia e della furia generati dall'ingiustizia che ha dovuto assorbire in anni di maltrattamenti. Compirà un gesto estremo per vendicarsi, per sfogare questi sentimenti tossici e intrappolanti. E ironia del destino, ripagherà i suoi aguzzini con l'arma da loro prediletta.
Per fortuna non tutto e perduto, gli anni di amore e di amicizia che l'anno legato alle persone a lui vicine, a quelle che riescono ad andare oltre le apparenze, lo salveranno e lo aiuteranno a non commettere qualcosa di più grave e avventato. Il futuro sarà ancora disponibile e pieno di cose nuove e meraviglie verso la quale andare incontro, basterà volerlo.
Inutile dire le lacrime che ho versato leggendo queste pagine. L'amore che ho provato per Viviana e il piccolo Martino. La gratitudine verso Irene e Carlotta, così sensibili.
Ve lo consiglio caldamente. Sarà un'avventura bellissima.
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