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"Ci sarebbero molte ragioni per non leggere e per diffidare della lettura: ci sono sempre cose più importanti e più urgenti da fare; la lettura fa male alla salute (quanti di noi portiamo gli occhiali forse dovremmo incolpare i troppi libri letti; pensiamo poi ai “sette anni di studio matto e disperatissimo” di Giacomo Leopardi, che – come egli stesso si esprime – gli rovinarono per sempre la “complessione”); Platone nel Fedro, in un celebre mito sull’invenzione della scrittura, sostiene che la scrittura, e quindi la lettura, distrugge la memoria, indebolisce le facoltà intellettive e, sul piano dei rapporti sociali, rende gli uomini presuntuosi; Peter Bichsel evidenzia come il lettore sia una specie di tossicodipendente (“il lettore è come un tossicodipendente […]. I lettori sono quelli che non riescono ad assolvere certe funzioni corporali […] se non hanno niente da leggere; che se non hanno niente da leggere non riescono neppure a dormire né a digerire, o che altro ne so”) e come la lettura astragga dalla realtà (“leggere significa […] entrare in un altro mondo […].
Dopo essermi concentrato molto in una lettura rischio degli incidenti. Inciampo per le scale, mi taglio un dito mentre affetto il pane, attraverso la strada senza badare al traffico, incespico nel bordo del marciapiede […].
L’osservazione di mio padre, secondo cui i lettori sarebbero imbranati, era giusta”)."
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“Ma sta parlando di me…” ho pensato immediatamente leggendo le prime tre o quattro righe; con un sorriso, amaro per quanto riguarda il portare gli occhiali, ho continuato avidamente a leggere e a vedermi descritta nelle parole di Roberto Carnero.
Devo ammettere, però, che raramente leggo le introduzioni ai libri, e per raramente intendo praticamente mai.
La spiegazione e la scusa che uso per giustificarmi è quella della paura di annoiarmi e di avere uno spoiler della lettura che ancora devo iniziare.
Qui invece l’ho fatto per un puro caso.
E’ stata una piacevole sorpresa ma, soprattutto, ho davvero letto questo libro con l’occhio giusto.
Se mai vorrete leggerlo, vi consiglio di non perdervi nessuna pagina!
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L’autore
Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto 1916)
Poeta e scrittore italiano, si dedicò in principio alla poesia nell’emulazione di Gabriele D’Annunzio e del suo mito del dandy.
La successiva scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti conosciuti come “crepuscolari”, accomunati dall’attenzione per “le buone cose di pessimo gusto”.
Morì a soli 32 anni per una tubercolosi polmonare.
Alla malattia è collegato un viaggio in India nel 1912, intrapreso con la speranza di trovare nel clima di quel Paese un sollievo alla sua malattia. Durante il suo soggiorno in India scrisse una serie di articoli, raccolti nel volume postumo Verso la cuna del mondo (1917).
“Guido Gozzano”, in: https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Gozzano (consultato il 27.09.2023 ore 17:53)
La mia edizione
Verso la cuna del Mondo – Lettere dall’India di Guido Gozzano, a cura di Roberto Carnero. Bompiani | Tascabili, 2008. 246 pag.
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