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La filosofia di Andy Warhol da A a B e viceversa


Mi piace il denaro appeso al muro

La filosofia di Andy Warhol da A a B e viceversa
di Andy Warhol


Anno di pubblicazione: 1975

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Mi piace il denaro appeso al muro.
Supponi di avere intenzione di comprarti un quadro da 200.000 dollari.
Secondo me dovresti prendere tutti quei soldi, legarli insieme e appenderli al muro. Così quando qualcuno viene a trovarti la prima cosa che vede sono i tuoi soldi appesi al muro.

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Andy Warhol.
C’è chi lo ama e c’è chi proprio non lo sopporta. Io faccio parte della prima categoria.
Opinioni personali a parte, non si può negare il fatto che Warhol sia stato uno degli artisti più influenti del XX secolo; tutti conoscono almeno una sua opera e la sua influenza si riverbera tutt’ora.
Volente o nolente Warhol è riuscito a fare arte sfruttando l’immagine di oggetti e personaggi comuni a tutti. Si pensi all’iconica serigrafia di Marilyn Monroe, alla ripetizione infinita di barattoli della zuppa Campbell, di bottiglie di Coca-cola.
La sua produzione di opere è stata immensa. Dalla serigrafia alla scultura, dal cinema alla fotografia fino alla musica.
In ambito musicale ha sostenuto vari gruppi tra cui tra cui i Velvet Underground con Lou Reed creando la copertina del loro album di debutto The Velvet Underground & Nico ma anche quella di Sticky Fingers, album dei Rolling Stone contenente il leggendario brano Brown Sugar.

I suoi scritti sono carichi di cinismo, ingenuità, timidezza e freddezza. Leggendoli è possibile percepire un lato di Warhol estremamente più intimo, lato che spesso e volentieri mascherava.
A me, a tratti, ha fatto molta tenerezza.

A volte è così bello tornare a casa e togliersi il costume da Andy“.

Lela .

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L’autore

Andrew Warhola Jr., meglio conosciuto come Andy Warhol, (Pittsburgh 1928 – New York 1987) nasce da genitori immigrati russi.
Sin da Piccolo Warhol mostrò subito il suo talento artistico, studiò arte pubblicitaria e dopo la laurea, ottenuta nel 1949, si trasferì a New York dove riuscì ad affermarsi nel mondo della pubblicità lavorando per riviste come Vogue e Glamour.
Cattolico praticante, faceva regolarmente volontariato presso i rifugi per senzatetto. Considerava il suo lato religioso come una cosa estremamente privata.
Creò diverse factory a New York, veri e propri laboratori nei quali lavorò e nei quali i suoi collaboratori producevano serigrafie e litografie.
Il primo di questi chiamato The Factory, o Silver Factory perché ricoperto di stagnola e vernice argentata, venne creato nel 1962 e utilizzato fino al 1968; era un vero e proprio punto di ritrovo per artisti e superstar dove venivano organizzate feste, per l’epoca, all’avanguardia.
La factory divenne un punto di incontro di artisti e musicisti come Lou Reed, Bob Dylan, Mick Jagger e David Bowie. Non mancarono nemmeno personaggi come Salvador Dalí, Truman Capote e Allen Ginsberg.

Il 3 giugno 1968 Valerie Solanas, femminista radicale, autrice di SCUM (https://it.wikipedia.org/wiki/SCUM_Manifesto), nonché artista e frequentatrice della factory, sparò a Warhol ed al suo compagno di allora, Mario Amaya. Entrambi sopravvissero nonostante le gravissime ferite riportate da Warhol avessero fatto temere il peggio.
Le apparizioni pubbliche di Warhol dopo questa vicenda diminuirono drasticamente: l’artista si rifiutò di testimoniare contro la sua assalitrice e la vicenda passò in second’ordine per via dell’assassinio di Bob Kennedy, avvenuto due giorni dopo.
Morì a 58 anni a New York il 22 febbraio 1987, in seguito a un intervento chirurgico alla cistifellea.

Andy Warhol in https://it.wikipedia.org/wiki/Andy_Warhol e https://it.wikipedia.org/wiki/The_Factory (consultate il 22.12.2023, ore 12.34)


Sullo schermo

Chelsea Girls, il più celebre documentario del 1966 diretto da Andy Warhol – Amazon Prime Video

I diari di Andy Warhol, una docuserie del 2022 – Netflix

Ho sparato a Andy Warhol, film del 1996 che racconta, appunto, come Valerie Solanas arriva ad attentare alla vita di Warhol – su Youtube


La mia edizione

La filosofia di Andy Warhol da A a B e viceversa di Andy Warhol
tradotto da Caterina Medici
Abscordita | Carte d’artisti, 2013, 264 p.

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