Marzo è il mese dell’equinozio di primavera!
Finalmente le giornate si allungano, e anche se il tempo è ancora incerto, ricomincia a fare capolino il sole, caldo e luminoso.
Con il ritorno del sole, la natura si risveglia: i germogli fioriscono sui loro rami, i fiori illuminano con i loro colori i prati e il verde ricomincia a inondare la nostra vista.
Tutto si risveglia, dopo il gelo e il letargo dell’inverno.
Marzo, infatti è il mese della rinascita.
L’equinozio di primavera e il segno dell’Ariete
L’equinozio di primavera cade all’inizio del segno dell’Ariete, il primo mese dell’anno zodiacale.
Il sole supera all’equinozio la linea dell’equatore celeste migrando nell’emisfero settentrionale e inaugurando così la primavera. Questo passaggio segnava in molti Paesi europei anche l’inizio dell’anno.
Si dice che il sole in Ariete è esaltato: infatti dopo il lungo, umido e freddo inverno, il regno di Luna e Morte, comincia per il Sole il periodo di maggiore vitalità.
L’Ariete è segno di Marte felice: un segno di fuoco; di un fuoco nello stesso tempo creatore e distruttore, generoso e caotico, espressione di una vitalità primaria e incontenibile, tant’è vero che i suoi caratteri si riflettono in un tipo aggressivo, in una natura tumultuosa, bollente, in perenne agitazione.
Via via che si avanza nell’Ariete è un tripudio di colori. Comincia a fiorire la ginestra, si raccoglie la camomilla mentre nei giardini trionfano le giunchiglie, peonei, astri, rododendri, genziane centauree, iris, nontiscordardimè e, nei terreni più alti, pulsatille e anemoni montani dal color violaceo.
L’albero dell’Ariete: l’ontano
Al segno dell’Ariete si addice l’ontano che nel calendario arboreo dei Celti era consacrato al mese fra il 18 marzo e il 14 aprile. È un albero che ha suscitato simboli opposti: lo si è associato alla resurrezione perchè i suoi rami sono disposti a spirale, forma che l’ha sempre evocata. Nell’Odissea, infatti, è il primo dei tre alberi della resurrezione che si trovano intorno alla grotta di Callipso.
L’ontano è anche l’albero che regna sull’equinozio di primavera, quasi che con la sua robustezza sostenga il sole nel difficile passaggio attraverso l’equatore celeste. Le sue foglie rimangono verdi fino a quando non cadono; e cadono molto tardi. Quando poi lo si abbatte, il suo legno che è bianco-giallastro diventa subito rosso-arancione vivo. Ma l’ontano ha anche evocato con i suoi rami contorti, che sembrano afferrare chi passa loro accanto, streghe e maghi, tant’è vero che si diceva che con il suo legno le streghe si fabbricassero dei fischietti con cui richiamavano i venti distruttori.
Commenti
Posta un commento