Sarebbe tempo perso fare una recensione di Harry Potter e la pietra filosofale.
Anzi, sarebbe inutile farla dell’intera opera, dal momento che è da considerarsi uno dei romanzi più conosciuti al mondo e le recensioni scritte a riguardo si sprecano. Ammesso e non concesso che proprio tu sia una delle pochissime persone al mondo che non l'ha letto, sapresti comunque dire a grandi linee di cosa tratta. Perché magari hai una sorella che è una fan sfegatata della saga. Uno zio che ti ha regalato tutti i volumi dell’opera con la vana speranza che un giorno tu possa deciderti di leggerli. O forse hai visto il film. O magari hai una amica con la quale condividi la passione per i libri e ogni volta che capitate davanti a una libreria, a una bancarella di libri usati o a un mercatino ti ricorda che prima o poi toccherà anche te leggerlo, anche se odi il fantasy.
Ma va bene, facciamo finta che non sai di che cosa parla, Harry Potter e la pietra filosofale è il primo romanzo della saga scritta da J.K. Rowling.
La prima edizione è stata pubblicata dalla Bloomsbury Publishing nel 1997 in Inghilterra, mentre in Italia è stata pubblicata nel 1998 da Salani. Leggenda vuole che Rowling abbia incassato parecchi rifiuti prima di veder pubblicata la sua opera.
Sono passati tantissimi anni dalla prima edizione di questo romanzo, tantissimi volumi sono stati stampati, e nel corso del tempo la Salani ha pubblicato in Italia edizioni davvero belle dell’opera. Io personalmente la rileggo quasi tutti gli anni, perché per me rappresenta un libro-coccola, ovvero un libro che mi riporta a casa, a prescindere del momento che sto vivendo. Mi ha tenuto compagnia per talmente tanto tempo, che per me è impensabile non sfogliarlo frequentemente o cercarlo con lo sguardo tra gli scaffali della mia libreria. Ora mi trovo precisamente in quella situazione. Ho appena riletto il primo romanzo, nell’edizione illustrata da Jim Kay. Un’edizione così bella che la consiglio a tutte le persone che si portano nel cuore questo romanzo o che lo scoprono soltanto ora.
Siamo nel 1981 a Privet Drive, n°4 Little Whinging, Inghilterra.
Il signore e la signora Dursley sono le persone più ordinarie, noiose e odiose che potresti arrischiarti di incontrare. Vivono di apparenze e di piccoli rancori. Hanno una casa come tante altre, con un giardinetto ben curato. Lui, noiosissimo direttore di una fabbrica di trapani e lei casalinga. Entrambi sono genitori di piccolo diavolo biondo chiamato Dudley (Dudley Dusley, ma che davvero?!) alla quale appioppano svariati vezzeggiativi.
Le loro vite procedono sui binari della monotonia quotidiana fin quando viene depositato davanti all’uscio della loro porta il piccolo nipote Harry.
Harry Potter, figlio di James Potter e Lily Evans, appena rimasto orfano dei genitori, viene lasciato ai Dursley da Albus Dumbledore. Dumbledore ha ritenuto più opportuno che il piccolo Harry passi la sua infanzia nel mondo dei babbani, cresciuto dalla sorella di sua madre. Tutto questo perché è speciale, anche se ancora non lo sa. Grazie a lui è stato sconfitto uno dei peggiori maghi oscuri che il mondo magico abbia mai dovuto affrontare. Dopo un decennio di tirannia e terrore, finalmente Voldemort è andato, e tutto grazie a questo piccolo essere umano e al sacrificio dei suoi genitori, e in particolare al sacrificio e all'amore di sua madre. Sarebbe troppo farlo vivere tra estranei che lo inalzerebbero agli onori più alti per una cosa della quale non conserva neanche il ricordo.
12 anni dopo, troviamo il piccolo eroe del mondo magico maltrattato e vessato malamente dagli zii, che sono rimasti i peggiori noiosi e boriosi babbani che più babbani non si può, con l’aggiunta un pò crudele del confronto che il piccolo Harry ha davanti al naso ogni santo giorno. Mentre il cugino riceve tutto l’amore e la considerazione dei genitori, Harry non ha diritto nemmeno a degli abiti della sua taglia. I suoi occhiali sono tenuti insieme con lo scotch. Non ha mai ricevuto regali ne festeggiato il suo compleanno, molto probabilmente non ha mai ricevuto una carezza ne un minimo di considerazione. L'unica cosa che riceve in buone quantità sono le botte del cugino e i rimproveri degli zii. Come se non bastasse vive nel ripostiglio del sottoscala in compagnia dei ragni. Sa di essere un pò infelice, anche se probabilmente non riesce a capire bene cosa gli manca, non avendo avuto altri modelli con la quale fare dei paragoni, e spesso sogna un qualche parente lontano che possa portarlo via di lì o un’enorme motocicletta volante (sarà la stessa motocicletta che dodici anni prima, guidata da Hagrid, lo aveva portato proprio a Privet Drive?).
Durante una delle tante colazioni passate nella cucina dei Dursley, Harry viene mandato a prendere la posta, e sorpresa delle sorprese trova tra la corrispondenza anche una lettera indirizzata a lui! Chi mai potrebbe scrivergli? Non conosce nessuno e non ha abbonamenti con nessuna biblioteca o rivista. E proprio questa cosa a incuriosire Dudley e zio Vernon, che con parecchia malcelata malizia strappa la lettera dalle mani del ragazzo, pregustandosi il momento in cui potrà scoccare al nipote una pessima battuta. Tuttavia, leggendola sbianca. Non può credere che quelli lì abbiano scritto, e che sappiano persino che il ragazzino dorma nel ripostiglio del sottoscala.
Occorre quindi rivedere le abitudini della famiglia e Harry viene concessa la seconda camera di Dudley (si proprio così: quelle cacche dei Dursley hanno una casa con quattro camere da letto, ma fanno dormire Harry nel ripostiglio). Ma le lettere continuano ad arrivare. Sono indirizzate a Harry e fin quando il ragazzo non riuscirà a leggerne una, pioveranno a frotte nell'ordinata casa dei Dusley, sconvolgendo la loro tranquillità. Saranno inutili tutti i tentativi tragicomici di zio Vernon di sfuggire a questa corrispondenza così molesta, fin quando, dopo aver trascinato la famiglia fin dentro a un faro sperduto nel nulla, il giorno prima dell’undicesimo compleanno di Harry, questa benedetta lettera verrà recapitata al ragazzo direttamente dalle mani di un "gigante".
Ma oltre alla lettera - e alla conoscenza alquanto spiazzante di Hagrid - Harry riceve anche qualche rivelazione sulle sue origini come regalo di compleanno.
Harry è incredulo. Nel giro di un’oretta farà la conoscenza di Rubeus Hagrid, custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts, scoprirà che è un mago, proprio come era un mago suo papà e una strega la sua mamma (che per la cronaca non sono morti in un incidente stradale come sostenevano i Dursley, ma uccisi da un crudele mago oscuro). E che quella lettera altro non è che la lettera che lo informa che avendo compiuto undici anni ha diritto a frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Inizia così per Harry un’avventura incredibile. Finalmente smarcato dalla cattiveria dei Dursley si trasferirà nel castello che ospita la scuola, in compagnia di centinaia di maghi e di streghe come lui che sono lì per imparare le arti magiche. Il corpo docenti è variegato ed eccentrico, come strabilianti sono tutte le cose che caratterizzano la vita nel mondo magico: scale che si muovono e si spostano, ritratti che se ne vanno a zonzo nei quadri vicini, fantasmi e scope volanti. Harry avrà finalmente la possibilità di liberare tutto il suo potenziale, potendo confrontarsi in modo più libero con compagni e compagne della sua età che non temono di essere menate da Dudley. Scoprirà di avere anche un certo talento per il Quidditch, ma soprattutto scoprirà di avere un certo talento per i guai, dal momento che non riuscirà a sottrarsi ai vari intrighi che gli si presenteranno nel corso dell’anno scolastico. Grazie al primo giorno passato con Hagrid a Diagon Alley per comprare tutto il materiale occorrente per l’anno scolastico, Harry assisterà al prelievo da parte del gigante di un sudicio pacchettino nella camera blindata 731 della Gringott, la banca dei maghi (e delle streghe), per conto di Dumbledor. Harry scoprirà che proprio quella camera verrà manomessa ad opera di ladri non meglio identificati, e da quell’episodio incomincerà una caccia agli indizi che lo porteranno a scoprire di come tutti i professori e le professoresse si siano ingegnati per proteggere qualcosa di misterioso e sicuramente potente e pericoloso. Cosa stanno cercando di proteggere con tanto impegno? Ma soprattutto da chi?
Il primo volume è il primo sguardo alla saga. È il primo incontro. La trama e la narrazione ce lo mostrano come un romanzo per giovanissime/i, con il gusto per l'avventura e le cose magiche. Eppure, a ben guardare è molto di più. È l'inizio di un viaggio che ci accompagnerà attraverso la crescita di Harry e del suo gruppo di amici, la scoperta del proprio posto nel mondo, dell'amicizia, delle prime relazioni sentimentali, della paura, della morte e anche del dolore. Harry - come Ron ed Hermione, che rappresentano il trio protagonista - affronteranno anno dopo anno l'approvazione, la popolarità e il successo, come il biasimo, le critiche e la disapprovazione. Non andrà sempre tutto bene. Altra considerazione che mi va di fare riguarda il nemico giurato di Harry e dei "buoni": Voldemort, al secolo Tom Orvoloson Riddle. Nel primo volume è solo accennato, è uno spettro, che si palesa sul finale. Senza corpo, anche se incute ancora molto terrore, non è ancora una vera e propria minaccia. La bravura di Rowling secondo me sta proprio nel presentare e consolidare la posizione di questo terribile e crudele nemico nel romanzo, man mano che i suoi poteri si consolidano e la sua posizione si irrobustisce - di nuovo - proprio come la sua figura corporea. E se nel primo romanzo possiamo trovare un pò ridicolo doverlo nominarlo come colui che non può essere nominato, non capiamo bene come un patetico mago oscuro in declino, che si è ridotto a dover vivere parassita nel turbante di un inetto, possa rappresentare una vera e propria minaccia. Lo capiremo più avanti.
Il mondo di Harry Potter è uno di quei mondi che più mi hanno tenuto compagnia nel corso degli anni. Sono talmente affezionata a questa storia che non posso fare a meno di rileggerla e rileggerla, commuovendomi e divertendomi ogni volta. Ma questo l'ho già detto. Ci sono talmente affezionata che ho collezionato più edizioni di questi romanzi, stupendomi di volta in volta, di come riesca comunque a trasmettermi la freschezza del primo incontro. L’edizione di Jim Kay la amo particolarmente perchè oltre ad essere bella grande, con le pagine lucide e la copertina rigida, è riccamente illustrata. Kay è riuscito a mantenere l’immaginario creato dai film (penso inevitabilmente, considerando il fatto che è praticamente impossibile oggi non associare la faccia di Harry Potter a quella di Daniel Radcliffe), alla sua immensa bravura immaginifica. Purtroppo però, secondo i rumors dell'internet Jim Kay si fermerà con le sue pazzesche illustrazioni al sesto anno, passando il testimone a qualcun' altro, per concludere l'opera. Un vero peccato.
Nicole | Moony Reader
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