"Eppure tutte queste idee, tutta questa filosofia dell'induzione, tutti questi problemi di conoscenza, tutte queste opportunità sfrenate e queste possibili perdite spaventose, tutto diventa privo di interesse davanti alla seguente considerazione metafisica. A volte mi stupisco di come la gente riesca a rovinarsi la giornata o ad arrabbiarsi davanti a un pranzo deludente, a un caffè freddo, a un rifiuto sociale o a un'accoglienza maleducata. Dimentichiamo velocemente che il solo fatto di essere vivi rappresenta una grande fortuna, un evento remoto, un caso fortuito di proporzioni enormi. Quindi smettete di preoccuparvi di cose di poco conto".
Non è facile "recensire" questo saggio. So solo che mi sta cambiando la vita e che mi piace considerare il professor Taleb come un maestro.
E' pieno zeppo di argomenti che ruotano intorno all'incertezza e alla fallacia del nostro metodo di conferma empirica. Inoltre fa parte di un discorso ben più ampio che l'autore e la casa editrice hanno saggiamente deciso di raggruppare in "Incerto", che rappresenta una raccolta di volumi dedicati agli eventi rari, alla fortuna, al caso e all'antifragilità .
Non posso far altro che consigliarlo a chiunque sia curioso di comprendere come sia facile auto-ingannarsi rispetto al nostro modo di affrontare i grandi eventi della vita. Ma bada bene, non è un testo di self-help su come smettere di soffrire o diventare assertivi. Ma un saggio che ci può aiutare a comprendere come il nostro bisogno di conferme sfalsa la narrazione che ci facciamo sul mondo e come smetterla di essere dei tacchini creduloni. Parla di come - anche se può dar fastidio sentirselo dire - gran parte del nostro successo come persone potrebbe dipendere dalla fortuna e dal caso. E colpo di grazia: come sia impossibile prevedere gli eventi futuri, facendoci risparmiare energie preziose evitando le previsioni, ma dedicandole alla conoscenza, perchè "ciò che si conosce non può fare davvero male"
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