Marzo è un mese un po’ matto.
Molto tempo l’ho passato a riordinare le idee per lanciare il blog e il mio progetto lunatico, quindi a conti fatti mi sono dedicata molto poco alla lettura. Tuttavia sono riuscita a portare a casa i primi due volumi della trilogia di Shannon A. Chakraborty, che mi ha letteralmente rapita.
Shannon A. Chakraborty è una giovane scrittrice statunitense del New Jersey, ha scritto ancora poco, ma penso abbia un futuro brillante davanti a sé. Spero infatti possa conquistarci al più presto con un nuovo romanzo.
La trilogia di Daevabad, di cui ho letto i primi due volumi La città di ottone e Il regno di rame, è caratterizzata dalle note dense e orientali di un mondo nascosto, dove i jinn e i daeva convivono insieme agli shafit nella città magica di Daevabad. E' in questa magnifica e spietata città che verrà catapultata Nahri, la nostra protagonista, e qui incomincerà la sua incredibile avventura: dovrà lottare per non venire schiacciata dai nemici della sua stirpe, dovrà lottare per conoscere le sue origini e il suo retaggio, ma soprattutto, dovrà lottare per prendere consapevolezza di sé e della sua forza. In tutto questo verrà affiancata da amicə e nemicə, ognuno dei quali lotta per non venire schiacciatə a sua volta.
Devo dire che il punto forte di questo romanzo (lo considero come un grande e lungo romanzo diviso in 3 parti) è la complessità e l'assoluta originalità dei personaggi che lo compongono: nessuno di loro viene solo accennato, ma riescono a imprimersi bene sulla scena. Chakraborty non cede alla tentazione di utilizzare personaggi-stereotipi per riempire la trama, ma riesce a conferire ad ognuno di loro uno spessore, un carattere e una storia che appartiene a loro totalmente. Altro aspetto che mi ha convinta e conquistata è stata la scelta di utilizzare il narratore esterno. Per me questo è un punto cruciale, un'ossessione. Non che non legga niente che non abbia come narratore il protagonista, ma davvero è una cosa che digerisco poco. Non mi piace, credo che rappresenti un'occasione mancata, soprattutto se la trama si presenta complessa. Sono davvero impaziente di incominciare il terzo e ultimo volume della saga.
A parte i romanzi su Daevabad, sono riuscita a fare qualche piccola incursione tra le pagine di due bellissimi manga e di un graphic novel di tutto rispetto. Il primo è stato il secondo volume di Aomanju, la foresta degli spiriti, disegnato da Hisae Iwaoka, un’eccellente fumettista e artista giapponese, originaria di Chiba e pubblicato da Bao Publishing nella collana Aiken. Il secondo è The girl from the other side di Nagabe. Manga dai toni cupi e soprannaturali. Il tratto è leggero e delicato ma di grandissimo impatto visivo. La trama ancora un po’ nebulosa, ma mi sta piacendo davvero tanto e sono sicura che ne continuerò la lettura.
Ultimo, ma non meno importante Scheletri di Zerocalcare. Stupendo.
Io, come molte altre, ho incominciato a seguire Zerocalcare grazie al sito dove pubblicava le sue tavole. Poi, grazie al boom scoppiato con l’uscita della sua prima serie tv su Netflix, ho iniziato a leggere praticamente tutto quello che produceva. L’amore è dilagato grazie ai dettagli: Zerocalcare ha la capacità di conquistarti con due frasi. Le trovi nelle sue tavole all’improvviso, mentre stai ridendo di una battutona o per un disegno particolarmente riuscito, quando – SBAM – ti colpisce con la frase che ti rappresenta di più e che erano anni che provavi a esprimere e mai ci eri riuscita. Ecco. Lo si ama, posso dire solo questo.
Oltre a questi bei manga, graphic novel e romanzi, ho ascoltato pure due audiolibri: Animali come noi di Monica Pais e La profezia dell’armadillo di Zerocalcare. Il primo non posso che consigliarlo davvero a tutti, perchè si tratta dell’esperienza di questa incredibile donna e veterinaria (e delle persone che l’hanno supportata e aiutata, ovviamente), che racconta di quante cose ha visto e vissuto a contatto con gli animali durante la sua carriera. Si tratta di un racconto toccante, umano e coraggioso. Posso solo dire che ho pianto davvero tanto. Nota particolare e molto bella: è letto da lei, con il suo accento sardo meraviglioso. Anche il secondo titolo lo ha letto chi l’ha scritto, e disegnato. E devo dire che se all’inizio mi faceva un po’ strano dover ascoltare un fumetto, posso dire che alla fine si è rivelata un’esperienza fighissima. Dal momento in cui ho finito di ascoltarlo credo che si sia accesso un bottone nella mia testa che mi costringerà a leggere i suoi fumetti con la sua voce.
Commenti
Posta un commento